2008
2008
8 dicembre 2008
"AVE MARIS STELLA"
A conclusione del Giubileo nel 150° delle apparizioni a Lourdes (1858 - 2008)
"Ave, stella del mare, Madre gloriosa di Dio, vergine sempre, Maria, porta felice del cielo. "
(dall'Inno del XIVsecolo)
U.C.A.I.
Progetto: N. Consiglio
Sculture: V. Cirillo
Pitture: C. Beato, L. Bracale, V. Ciliberto, A. Lombardo, F. Romito.
Coordinamento: G. Fiorentino
Realizzazione: Riccardo Lamberti
“Ave Maris Stella, commenta il parroco di Santa Croce Don Giosuè Lombardo, sono le prime parole latine di un antico canto del XIV secolo che Papa Benedetto XVI cita alla fine della sua ultima Enciclica “Spesalvi” cioè “nella speranza siamo stati salvati”.
Ave Maris Stella, significava Ave Stella del Mare, che poi continua, Madre gloriosa di Dio, Vergine sempre Maria, porta felice del cielo. Per cui Maria, prima nella preghiera, e poi anche allegoricamente col carro viene presentata come la stella che risplende sul mare tempestoso di questo mondo. Maria stella nella notte che annuncia la venuta del sole che è Gesù.
È un carro, continua il parroco, molto incarnato anche nella nostra realtà marinara e nella nostra religiosità popolare. La Madonna sormonta il carro su una grande barca dove si evidenza in modo particolare la prua e la poppa immersi nel mare. Dinanzi la prua è posto un pescatore impegnato nella riparazione della sua rete, una rete che metaforicamente vuol rappresentare la speranza qual valore divino tenuta sempre salda. Segue la prua della barca, un angioletto che stringe tra le mani un ancora. Un ancora che sormontata di pietre preziose vuole ancora una volta richiamare il dono della speranza quale virtù preziosa. A poppa c’e una lanterna che rappresenta la luce che splende nella notte di questo mondo. Un po’ più in basso vi troviamo un puttino che porta tra le mani un ramo di corallo ad indicare che tutto questo grande tema della chiesa universale qui da noi prende una connotazione più specifica nella nostra religiosità popolare.
Un carro, conclude il parroco, che quest’anno nella sua maestosità progettuale e costruttiva ha visto coinvolti ben otto artisti torresi, sette dei quali si esprimeranno con delle raffigurazioni pittoriche. Le prime due sul tema mariano, verranno posizionate nella parte anteriore del carro, e riguardano la prima il rapporto di Maria e lo Spirito Santo, l’inizio della vita di Maria, l’Incarnazione con l’annuncio dell’angelo. La seconda invece raffigurerà la pentecoste, la venuta dello Spirito Santo sulla chiesa.
Al centro del carro, le due rappresentazioni raffigureranno momenti della vita del Beato Vincenzo Romano, il Parroco Santo predicatore di Maria che annuncia Maria come stella che guida il cammino dei cristiani. Dietro, infine, due ex voto all’Immacolata da parte di marinai e marittimi che invocano il suo patrocino. Al centro domina il carro il grande castelletto a forma di stella dove in tutta la sua regale bellezza s’innalzerà l’Immacolata. Dietro infine, chiuderà l’opera un grande basso rilievo che rappresenta la chiamata di Petro pescatore di pesci che viene trasformato da Gesù in pescatore di uomini”.
LA CELEBRAZIONE DEL 8 DICEMBRE
8 dicembre. Segnato rosso sul calendario della maggior parte dei Paesi del mondo, ma, a Torre del Greco, quel giorno segnato in rosso, è molto di più di un semplice giorno di festa dal lavoro. È il giorno in cui tutta la città scende in strada per riunirsi attorno all’effigie dell’Immacolata portata in processione sul carro votivo, da sempre, oggetto di ammirazione e polemica, arte e folclore che si mescolano e si mostrano agli occhi della gente.“Ave Maris Stella” è il titolo del carro di quest’anno, affidato ad un’equipe di artisti dell’UCAI coordinati dal pittore Giacomo Fiorentino. Il tema è suggerito dalla seconda enciclica che papa Benedetto XVI ha dedicato alla speranza cristiana, indicando Maria come stella di speranza nel mare della vita. Un titolo che però si riallaccia anche alla storia antica e moderna di Torre del Greco.Nicola Consiglio, indiscusso artista soprattutto nell’arte degli acquerelli, ha realizzato il bozzetto del carro pensando alla storia antica e più attuale della città. “Per me è sempre un onore poter esprimere con la mia arte la devozione alla Madonna- esordisce il pittore- Il tema di quest’anno, poi, mi è particolarmente vicino, così come è vicino a tutta la città, da sempre fondata su un rapporto molto intenso col mare”.Il carro presenta, nella struttura barocca, la somiglianza ad una barca, sul cui basamento centrale, decorato con una stella, è assisa la statua dell’Immacolata.Lungo le fiancate, sono previsti sei elementi pittorici realizzati da altrettanti artisti dell’Ucai: Carlo Beato ha dipinto due ex voto che avranno per tema gli interventi miracolosi dell’Immacolata e del Beato Vincenzo Romano; Vincenzo Ciliberto ha rappresentato il Beato intento nella sua opera pastorale tra i pescatori; Luciano Bracale presenta una sua personale visione della Pentecoste; Filippo Romito ritrae l’Annunciazione di Maria; e il Beato torna ancora nel dipinto di Agostino Lombardo che lo mostra tra i fedeli sullo sfondo della Basilica di Santa Croce. Infine, lo scultore Vincenzo Cirillo ha realizzato il bassorilievo avente per tema la “Chiamata di San Pietro” e, in collaborazione con Nicola Consiglio, ha modellato la figura del pescatore assiso sulla prua della barca.“Realizzare il carro dell’Immacolata è l’aspirazione più alta di ogni artista torrese- dichiara Giacomo Fiorentino- E’ una realizzazione impegnativa perché dà carattere alla festa e noi artisti dell’UCAI ci siamo assunti la responsabilità per dare onore a questa ricorrenza particolarmente sentita da tutti e anche per essere più vicini alla gente con la nostra arte. Il carro di quest’anno, poi, è davvero particolare, più vivace e articolato degli altri che abbiamo realizzato come associazione, forse perché è arricchito sia da dipinti che da sculture”.Come ogni anno, la realizzazione materiale del carro è affidata a Riccardo Lamberti, da 11 anni impegnato nel lavoro che prima di lui svolgeva il maestro Vincenzo Sorrentino, “paratore” storico della festa. “Ogni anno è sempre una grande emozione lavorare al carro- spiega Lamberti- e ogni carro ‘mi prende’ in maniera diversa, perché ogni artista che realizza il bozzetto sa toccare un particolare gusto nella gente”.
Sono le ore 4 del mattino quando al suon del campanile, simbolo di vittoria sulla furia della natura, si riaprono le porte della Prepositura torrese. È l'otto dicembre.E' il giorno "ra' Mmaculata" !
Sono passate poche ore da quando il suono delle zampogne e delle ciaramelle hanno dato la buonanotte a Maria che, come un autentica regina, sovrasta l'ingresso della Basilica sul carro trionfale. Ma questa è la notte più corta dell'anno per la città. Ricorre di nuovo il giorno in cui i torresi sono chiamati a sciogliere il loro secolare voto di gratitudine alla Vergine per aver salvato la città dalla furia del Vesuvio nell'eruzione del 1861. Nonostante l'ora, la Basilica è già piena di fedeli. Gli aromi dell'incenso sciolto nei turiboli ondeggiati a passo d'uomo e l'inno del Tota Pulchra riscalda i cuori dei presenti. È festa e lo si sente! I primi albori già mostrano un ciclo limpido senza nuvole e come da rituale, con un raggio di sole quasi primaverile, alle ore 10.05 l'Immacolata esce trionfale dalla Basilica Pontificia.
Che emozione vedere scendere dalla gradinata il carro trionfale. Quanti sguardi sono rivolti agli occhi
della Vergine, quante speranze, quante preghiere cercano rifugio sotto il suo manto. La piazza è gremita. In ogni angolo, in ogni vicoletto è un via vai di gente pronta a cercarsi il giusto spazio per salutare il passaggio dell'Immacolata. Dai balconi di damasco vestiti, è un continuo lancio di petali e coriandoli colorati che scintillano al sole. Il resto dell'atmosfera armoniosa lo crea la banda musicale con i suoi inni alla Madonna. Precedono il carro il parroco della Basilica don Giosuè Lombardo, il vice parroco don Aniello Gargiulo e l'antica congregazione dell'Assunta. Seguono invece il corteo processionale il gonfalone dell'Amministrazione comunale ed il primo cittadino Ciro Borriello con alcuni membri della giunta, ed i carri in miniatura sempre di più e sempre più belli. Quante persone in questo giorno ritornano nella città natia, quanti portatori lasciano le loro attività per correre ai piedi della Vergine. Alcuni di essi provengono da molto lontano come il signor Gennaro Mazza, che ogni anno, arriva addirittura da New York dove risiede e lavora. E poi ci sono loro, la speranza del futuro, i giovani. Indipendentemente dal colore della fascia l'emozione è sempre la stessa, dichiarano Antonio Violetti del gruppo blu, Aniello Saldamarco del gruppo celeste (che da nove anni segue le orme del padre), Mario Nocerino delgruppo giallo (che non nasconde la sua emozione nel portare il carro fuori la Basilica) Domenico Cunzio del gruppo blu (che nostante la sua residenza nel nord Italia, l'otto di dicembre ritorna nella sua città per issare la struttura votiva) e Michele Juliano del gruppo rosso (che vede nei giovani portatori il futuro propagarsi della devozione all'Immacolata). Tra di loro ci sono anche tanti altri che portatori non sono, ma seguono ugualmente la processione con fede e devozione come Vincenzo Scognamiglio e Giuseppe Ortucci "Bisogna raccogliere anche gli effetti civili della fede, commenta nel corso della processione il parroco don Giosuè Lombardo, perché le fede deve avere anche una valenza tra virgolette politica. Se un popolo ha delle radici così profonde e sante che altre città non hanno, allora io penso che qui ci sia la chiave di soluzione anche di tante realtà e tante problematiche sociali della nostra città. E se realmente riusciamo a tenerci legati a queste radici e a farle sviluppare, Torre del Greco può farcela a riemergere dalle sue piaghe sociali. Ecco perché, continua il parroco, non solo nel tema del carro troviamo un messaggio di speranza, ma anche nelle nostre radici c'è la possibilità di potercela fare. L'albero se è legato alle radici non muore, può attraversare delle stagioni difficili, e a proposito dei giovani che oggi sono veramente tanti, come ho ripetuto anche nell'omelia, fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce. Sono proprio i giovani, conclude don Giosuè, che ci lasciano ben sperare per un domani migliore. Io sono molto fiducioso, molto speranzoso e poi, a'Maronna è a'Maronna". Sono le ore 15.45 quando la Madonna si ritrova in piazza per l'ultimo saluto. Innalzata in tutta la sua regale bellezza sul castello del carro, un breve momento di preghiera porta i tanti presenti, corpo e anima, ai piedi della grotta di Lourdes per celebrare la chiusura del centocinquantesimo anniversario delle apparizioni della Madonna a Bernadette Soubirous. È il momento in cui ogni persona affida nelle mani della Madonna le sue preghiere, le sue gioie, le sue sofferenze e le sue speranze; in quelle mani dove ogni pellegrino terreno cerca protezione, in quel tenero volto di Madre nostra e Madre delle Misericordie. Grazie O' Maria per aver illuminato i miei pensieri. Grazie O' Maria per avermi dato il privilegio d'indossare ancora quest'anno l'umile camice bianco. Grazie O' Maria!