Vincenzo Cirillo
E'nato a Torre del Greco nel 1940.
Diplomatosi al Magistero di Scultura dell'Istituto d'Arte di Napoli,èstato docente ordinario di Educazione Artistica nelle scuole medie statali.
La sua passione per la glittica lo ha portato a risultati di grande rilievo.
Nel 2005,2006,2008,2009,2010 e 2011 ha partecipato con il Gruppo U.C.A.I alla realizzazione artistica del Carro trionfante dell'Immacolata.
Nel 2015 ha progettato il carro trionfale dell'Immacolata.
Nel 2005 realizzo'una delle sculture che raffiguravano tre Cammei su corniola sulla vita di S.S. Giovanni Paolo II.Ha rappresentato la Vergine che accoglie a se due adolescenti ed ha,ai suoi piedi,un'ancora simbolo della speranza(Madre Della mia Speranza)infatti S.S.Giovanni Paolo II ha visto nei giovani le "sentinelle del mattino"all'alba del terzo millennio.
Nel 2006 realizzo' la figura di Gesu' posta davanti al Carro e dei bassorilievi in gesso (con Donato Frulio),che adornavano le balaustre del castelletto centrale del carro .
Nel 2008 fu impegnato nella modellazione di un bassorilievo sulla Chiamata di S.Pietro (coadiuvato da Nicola Consiglio) e modellò la figura del pescatore posta davanti al carro.
Nel 2009 ha modellato nel retro del carro, un grosso bassorilievo sul quale è rappresentatala famiglia, segno del popolo di Dio, sotto la guida dello Spirito Santo, a significare che il sacerdote non solo è inserito nel popolo di Dio, ma ne è a servizio, aiutandone il cammino e la crescita nella santità.
Nel 2010 ha realizzato il bassorilievo nel lato posteriore del carro ,nel quale sono stati ricordati due eventi; il primo ricorda i cinquecento anni dalla costruzione della Basilica di Santa Croce il 10 luglio del 1510, ed il secondo invece testimonia il ventesimo anniversario della visita di Papa Giovanni Paolo II a Torre del Greco avvenuta l'11 novembre del 1990.
Nel 2011 ha realizzato due bassorilievi posti lateralmente sul castelletto centrale, dalla forma di una sobria carrozza, dove s'innalzerà in tutta la sua regale bellezza la statua dell'Immacolata. Anche questa volta non poteva mancare il Beato Vincenzo Romano, anche lui alle prese con un eruzione vesuviana devastante per la nostra città (ricordiamo che durante il parrocato di Vincenzo Romano si contarono ben 15 eruzioni del Vesuvio). Il Beato è raffigurato con tra le mani il plastico della parrocchia di Santa Croce che lui stesso ricostruì dopo la terribile eruzione del 15 giugno 1794. Sul lato opposto proprio pensando a Maria, la protettrice di tutta la città, sono raffigurati degli angeli che recano a Maria un prospetto di tutta Torre del Greco dal Vesuvio al Mare. Tutta la città è sotto la protezione di Maria.
Nel 2015 ha progettato e realizzato artisticamente il carro trionfale dell'Immacolata.
Iniziamo dall’intero castelletto ,dove poggera’ l’Immacolata,che è decorato da sette bassorilievi, quattro dei quali, più piccoli, ricoprono la base del carro e raffigurano i simboli dell’arte, della fede e della cultura torrese: il cuore, il corallo, la conchiglia e le perle.
Sulla parte posteriore del carro è posta la Porta Santa, segno del Giubileo Straordinario indetto da Papa Francesco,
Essa è simbolo del passaggio dalla morte alla vita, dal peccato alla grazia, dalle tenebre alla luce.
Sempre sul retro in prospettiva dalla Porta Santa, si vede il primo dei tre bassorilievi piu’ grandi,che decorano il carro trionfale.
Raffigura l’immagine di Gesù Buon Pastore che con estrema misericordia carica su di sé l’umanità.Gesù si carica sulle spalle una pecora, immagine dell’uomo smarrito. Egli tocca in profondità la carne dell’uomo e lo fa con amore tale da cambiargli la vita.
La lettura di questo bassorilievo, getta luce sugli altri due (posti ai lati del castelletto): la natività e la fuga in Egitto.
Ancora una volta è la “casa” di Nazareth, la famiglia di Gesù, che viene scelta come modello da seguire nella vita cristiana, nonostante le attuali sfide pastorali e le mille difficoltà che come Chiesa incontriamo tutti i giorni. Giuseppe e Maria, insieme con il figlio Gesù, hanno saputo vivere le gioie e le sofferenze della vita quotidiana, affrontando anche l’amarezza dell’esilio in terra straniera.