Vincenzo Noto
Vincenzo Noto, nacque a Torre del Greco nel 1884, fu professore della scuola d'incisione del corallo a Torre del Greco (NAPOLI), incisore e scultore molto affermato.
Sin da piccolo Vincenzo si avvicinò all’arte scultorea dell’incisione frequentando la locale Scuola del corallo sorta a Torre del Greco nel 1878, col nome di "Regia scuola di incisione sul corallo, di arte decorativa ed industriale ".
Principale artefice di tutto questo fu Enrico Taverna, che fu il vero propulsore, provvedendo a riorganizzare la struttura amministrativa e tecnica della scuola, che ebbe valorosi collaboratori negli incisori come Antonio Giansanti e Domenico Porzio.
Nel 1920 si provvide ad un riassetto dell’organico della Scuola; ai Professori Taverna, Brancaccio, Palomba, Scognamiglio si affiancarono il valido prof. Borriello per la cultura generale, Vincenzo Speranza e appunto Vincenzo Noto, quale Capo d’Arte.
L’aspirazione del Direttore Taverna era sempre l’estensione dell’attività scolastica oltre che l’adeguamento ai nuovi tempi.
E perciò nel 1922, accompagnato dal prof. Vincenzo Noto, si recò in Germania per vagliare la possibilità di adattare alcune speciali attrezzature elettromeccaniche, in uso presso quei laboratori di pietre dure, ai materiali trattati a Torre.
Il prof. Taverna, sempre più affascinato dalla materia vermiglia, aveva un’altra aspirazione: la creazione di un « Museo del Corallo » (o « Salone del Corallo »), che ebbe la sua realizzazione nel 1933 nei locali al piano terra della stessa Scuola.
Nel 1924 con il passaggio dell’istituto alle dipendenze del Ministero dell’Istruzione Pubblica divenne Statale con l’inaugurazione del 1933 alla presenza del Principe di Piemonte del "Museo del corallo", fortemente voluto dal Taverna.
Nel 1934 un nuovo impulso si ebbe con Renato Ferracciù, nominato direttore al posto del prof.Enrico Taverna, che dopo 48 anni di sensibile ed intelligente direzione, lasciò la Scuola per raggiunti limiti di età .
Il nuovo direttore insieme a Vincenzo Noto e lo scultore Giuseppe Palomba realizzò la collaborazione con l’insigne orafo Alfredo Ravasco in opere che riportarono l’oreficeria sulle grandi vie del Rinascimento e che con l’applicazione del corallo e altre materie decorative virtualisticamente impiallacciate raggiunse effetti plastici aventi il fascino del fiabesco.
La stragrande maggioranza degli oggetti raccolti nel Salone di esposizione della Scuola risalgono al periodo in cui Renato Ferracciu’ diresse la Scuola.
Vincenzo Noto si dedicò principalmente all’arte dell’incisione, realizzando le sue opere su conchiglia, avorio e corallo, concentrando il suo studio sull’anatomia e sulle velature, che nella realizzazione di un cammeo richiedono una particolare tecnica ed una spiccata sensibilità artistica.
Oltre ad essere un bravo Maestro ,Vincenzo si dedicò anche ad opere che interessavano la sua città natale.
Nel 1927,i resti mortali del Beato Vincenzo Romano furono trasferiti al lato della Epistola, nella cappella dedicata a S. Francesco di Sales della Basilica di Santa Croce,e in quella occasione per la tomba del Beato,Vincenzo realizzò un bronzo bassorilievo con l'effigie somigliantissima del Venerabile ,dove fu visibile fino al 7 settembre 1963, giorno in cui la tomba fu trasferita dove oggi la vediamo.
Oggi il bassorilievo del Beato è conservato nel Museo della Basilica di Santa Croce.
Partecipò varie volte come progettista dei carri di Piedigrotta e nel 1933, Torre del Greco partecipò con il suo caratteristico carro «Pesca del corallo» costruito su bozzetto dello stesso.
Il carro rappresentava la parte poppiera di quel tipo di barca adibita alla pesca del corallo, con l'argano detto «vuocia-vuocio» che serve a tirare in superficie l'«ingegno» dopo che questo, strisciando sui «banchi», ha strappato dalle profondità del mare, il prezioso corallo. Come si vede, il carro rappresentava anche l'attività industriale di Torre del Greco.
Ma la parte sentimentale, poetica, musicale, fu la marinaresca canzone del carro (un pezzo d'antologia degno di figurare tra brani di opere liriche): «'A curallina», espressamente composta dal poeta torrese Giuseppe Raiola (Raimir).
In questa edizione del 1933 Torre del Greco vinse il 1° premio come miglior carro e il 1°premio come migliore canzone canora.
Fu progettista nel 1914,1927 e 1928 anche del Carro dell’Immacolata di Torre del Greco,di cui abbiamo qualche testimonianza.
Partecipò anche a molte edizioni della festa dei 4 altari nell’epoca d’oro della festa a Torre del Greco,realizzando vari gruppi statuari in gesso, detti "I Misteri", che adornavano i giardini davanti agli altari.
Altre testimonianze delle sue opere sono visibili ancora oggi a Torre del Greco, come il bassorilievo presente nell’androne del Palazzo Baronale, adesso sede del Comune, dove il modello era il figlio, Dott. Gennaro Noto, all’epoca ragazzino e Raffaele "O zellus", campanaro della Basilica Pontificia.
Ha lavorato alla realizzazione dei cammei che ornano la famosa culla di Vittorio Emanuele II, commissionata dal Comune di Napoli e regalata alla Famiglia Reale, esposta nel 2011 a Torre del Greco in occasione della Mostra del corallo presso Palazzo Vallelonga, sede della Banca di Credito Popolare e attualmente in mostra in maniera permanente presso la Reggia di Caserta.
E’ scomparso all’età di 72 anni a Torre del Greco, nel 1956.
Suo nipote e discepolo prediletto fu Giovanni Noto, (1902-1985) incisore anche lui, che dal 1947 divenne Direttore artistico della ditta Giovanni Apa (produttrice di cammei) di Torre del Greco, fino al 1985, anno della sua scomparsa.