Immacolata per i torresi
Sant' Alfonso Maria de Liguori e il nostro Beato Vincenzo Romano si dimostrarono persuasi che la devozione mariana, lungi dal distogliere da Gesù Cristo,aiuta a penetrare il mistero della Vergine e della Chiesa· Papa Paolo VI ha affermato che, se la Chiesa è cristiana, essa è conseguentemente mariana: Maria è la Madre del Cristo, la primizia del Cristianesimo, la Madre della Chiesa.
Da secoli Torre del Greco ha avuto una tenera devozione verso la Madre di Dio, contemplata nella sua luce solare, cioè Immacolata.
Nell' antica chiesa parrocchiale di S. Croce , infatti, fin dal 500 era stato praticato un culto singolare alla Vergine Santissima Immacolata, cui era dedicata la cappella principale della navata di destra, nel cui altare di fabbrica con tabernacolo dorato e in un artistico trono, v' era l'immagine della Santissima Concezione , assicura lo storico Francesco Balzano nel secolo XVII.
In quell' altare erano soddisfatti molti legati di messe. Sulle mura laterali di questa cappella vi erano delle nicchie ove si riponevano otto statue di mezzo busto il legno di «bonissima mano» e in queste le reliquie dei Santi Patroni di Torre(S. Fausto, S. lreneo, S. Timoteo, S. Flaviano, S. Alessandro, S. Abbondio, S. Donato, S.Eugenia, nomi in verità ben poco o niente affatto usati in Torre, che pur li aveva a protettori.
Le statue ogni anno, il 3 di maggio ,per la festa dei Corpi Santi, si portavano in processione per le strade. Vi era sepoltura nella Cappella, preferita in ispecie dalle donne devote alla Concezione, ma non troviamo segnata alcuna scritta sepolcrale sul marmo che la racchiudeva.
Siamo quindi dell' opinione - suffragata dalla logica degli avvenimenti - che il culto liturgico e la devozione per Maria sotto il titolo di Immacolata Concezione a Torre superi di gran lunga i quattro secoli.
Accanto alla menzione del trono artistico c'è la citazione della processione del tre maggio (giorno in cui la Chiesa ricordava l'invenzione della Santa Croce), nella quale l'Immacolata precedeva il santo legno della Croce.
Anche qui un rilievo: lo storico si compiace scrivere che l'Immacolata era portata sotto il pallio, seguito da molti, non solo cittadini, ma anche forestieri, i quali concorrono da più parti, così uomini come donne, dai paesi vicini.
Il Beato, rispettando la tradizione, nella riedificazione di S. Croce, dopo l'eruzione vesuviana del 1794, dedicò ugualmente all'Immacolata la cappella principale della navata a destra entrando. E se pensiamo che al tempo del Beato erano presenti sul territorio una Chiesa e Conservatorio dell'Immacolata Concezione e ben cinque cappelle dedicate alla Madonna sotto lo stesso titolo, attestate dagli storici Di Donna e Loffredo, si può comprendere come fosse sentito il culto dell'Immacolata nella nostra città.
Il sacerdote Raffaele Pica, parlando del Beato, ha trattato in un intero capitolo di sua singolar tenerezza e devozione alla Vergine Madre, Maria.
Egli, così scrisse: «Fu tenerissimo devoto della Immacolata Concezione di Maria. Ne parlava con sì affocato ardore che a udirlo pareva non si udisse un uomo, sì veramente un angelo un serafino.
Sua delizia era invocarla del dolce e caro titolo dell'Immacolata e sovente a lei volgeasi per sì bella e santa giaculatoria che pur ponea in bocca ai fedeli: Maria Immacolata liberatemi da ogni peccato!
Egli stesso disponeva gli animi dei fedeli per una celebrazione degna e fruttuosa.
Infatti nella novena sacra alla festività di Maria predicava con tanto zelo che muoveva l'uditorio a prepararsi alla frequenza della confessione e comunione e solennizzare la festività ricorrente da veri cristiani.
Nel giorno della festività era un piacere; si vedeva la Parrocchia zeppa di gente devota disposta a farsi la comunione e il Venerabile tutto santo fuoco fare i colloqui preparatorii e ringraziatorii. Il profitto era immenso».
Il Beato predicò certamente la novena dell'Immacolata del 1815 con profondo sentimento di pietà e raccoglimento di spirito: «Considera come nasce Maria ma senza peccato; non come noi col peccato originale figli dell'ira della maledizione schiavi ma innocente sana benedetta diletta a Dio. E come fu concepita così si mantenne in tutta la sua vita senza mai fare il peccato il più leggero come ha definito la S. Chiesa.
Sicchè, sempre santa, piacque a Dio, il quale vedendola così illuminata, in queste amorevoli parole prorompeva: Tutta bella sei amica mia e macchia non c’è in te.
Beato dunque chi imita in ciò Maria; piacerà a Dio, sarà amato da Dio, sarà mirato con occhio favorevole, sarà la delizia del cuor di Dio, abitacolo della Santissima Trinità».
Il Beato Vincenzo commentando i misteri gloriosi del Rosario tra l’ altro scrisse: «La morte di Maria SS. fu preziosa, perché tutta la sua vita fu sempre santa, sempre pura, e libera da ogni ombra di peccato».' Maria Santissima fu esaltata sopra tutt’i cori degli Angeli; perché, quantunque fosse la più santa, la più perfetta tra tutte le creature, più di tutte si umiliava.
La SS. Vergine in mezzo a tanta sua gloria non si dimentica di noi; ma è tutt'occhio per vedere le nostre miserie tutto cuore per compatirci e tutta mano per aiutarci. Dunque in ogni tuo bisogno ricorri a questa tua potentissima Avvocata comincia da questo momento buttati avanti al Trono di questa Regina Misericordiosa; pregala con confidenza che ti ottenga dal suo Divino Figliuolo misericordia di farti andare con Essa eternamente in Cielo. Amen.
Ricordiamo che il Beato soleva così pregare la Vergine e così farla pregare: « Vergine Maria, madre di Dio e madre mia, fatemi conoscere ed amare il vostro divin Figliuolo Gesù».
Non a caso il Beato venerava nella sua casa una statua dell'Immacolata col Bambino.
Nella festa della esaltazione della Croce del 1849, Papa Pio IX entrò benedicente in S. Croce e, in ricordo della sua visita, lasciò come dono all'Immacolata due pianete uguali di seta celeste, riccamente ricamate in oro a gran rilievo.
L'avvenimento è ricordato da una lapide posta in fondo alla chiesa, il 14 settembre 1920.
Molti anni fa le pianete furono restaurate e riportate nei colori liturgici verde e viola. Esse ora si conservano nella sala museo di S. Croce.
Un'altra data memorabile è quella dell'8 dicembre 1861, giorno in cui iniziò la violenta eruzione vulcanica, seguita da un disastroso terremoto. Raccontano gli storici che anche in quell' occasione il popolo ricorse con fiducia all'Immacolata, sperimentandone ancora una volta la sua materna protezione.
In quella circostanza, quale VOTO, viene decisa la processione votiva dell'Immacolata che viene trasportata dai marinai su un CARRO TRIONFALE.
Nel 1904, ricorrendo il cinquantesimo anniversario della definizione dogmatica dell'immacolato concepimento di Maria, il Balzano manifestò il desiderio di erigere un monumento alla Vergine su quella parte di Torre dove si arrestò la lava del 1861.
Egli pensò di scrivere ai piedi della statua l'iscrizione che Leone XIII dettò per l'Immacolata del Rocciamelone, in val di Susa, in cui si invoca - Maria – Più candida della neve - Celeste tutrice della Patria - Custode dei confini d'Italia.
Ricordiamo una data più vicina a noi, marzo del 1944. Ancora una volta il Vesuvio minaccia Torre. Ancora una volta il mare di fuoco avanza divorando campagne e incenerendo case. Si avvicina sensibilmente a Torre. Il popolo si riversa sulle strade, corre verso la Prepositura, invocando l'Immacolata. La porta al cospetto del Vesuvio e, secondo la testimonianza di molti, un boato formidabile scuote le case e rende tremanti gli uomini... poi lentamente si calma e la minaccia si allontana dalla città.
L'ultima data, 23 giugno 1954: la venerata statua dell'Immacolata è solennemente incoronata in piazza Santa Croce dalle mani del Cardinale Marcello Mimmi, Arcivescovo di Napoli, con decreto del venerabile Capitolo Vaticano.
1500 - 1861 - 1944 - 1954 Queste le quattro date, che sono come pietre miliari della strada maestra, sulla quale corre la storia della devozione della città di Torre del Greco all'Immacolata.
Questo amore e questo trionfo plurisecolari hanno portato alla concreta esaltazione delle varie fasi della vita della Madonna, nell' armonia sublime di tante chiese a Lei dedicate.
Inizia questo poema con le chiese di S. Maria del Principio e della Natività, si allarga nella esaltazione della sua immacolata bellezza in S. Croce, ne afferma la materna premura nel titolo di Portosalvo; raccoglie l'affermazione della sua mediazione nella chiesa di S. Maria delle Grazie, mostra la sua benevolenza per il popolo nel titolo di S. Maria del Popolo, e nel Buon Consiglio ricorda il segreto della sua virtù; nella chiesa dedicata all' Annunciazione indica il totale abbandono alla volontà di Dio, con le chiese di S. Maria del Pianto e dell' Addolorata traccia la via della croce, si spazia poi a raccogliere alcune note armoniose della presenza materna di Maria e le affida ai templi di S. Maria del Carmine, S. Maria la Bruna, S. Maria di Costantinopoli, S.Maria del Rosario; conclude in un mirabile coro di luce e di vittorie, esaltando l'assunzione nella chiesa dell' Assunta!
In ogni rione la storia ha voluto elevare, più che un monumento, una chiesa, che raccoglie il palpito particolare per un aspetto singolare della Madre di Dio! È una stupenda raggiera che riscontra il suo epicentro in S. Croce.
Più che sulle pagine scritte, Torre canta la storia del suo amore all'Immacolata nella vita delle chiese a Lei dedicate.
È una storia viva, che conforta ed esorta e che lascia nello spirito della fede e nella schiettezza vivente di amore filiale la traccia indelebile che guida alla sicurezza dell' avvenire sotto lo sguardo di Maria.
Nel 1933 in occasione del Congresso Eucaristico, L'Em.mo Signor Cardinale Alessio Ascalesi definì Torre la gemma del golfo, per bellezze naturali e più ancora per la spiccata pietà per Gesù Eucaristia e per l'Immacolata.
L'8 dicembre 1961, ricorrendo il 1" centenario dell' eruzione vesuviana, il comune di Torre del Greco offrì in dono all'Immacolata un calice di argento dorato con coralli.
Una menzione particolare meritano le immagini quadri o statue dell'Immacolata - venerate nella nostra città: ne ricordiamo soltanto una, dipinta su tela e circondata da simboli biblici e patristici, venerata nella Chiesa di S. Filippo Neri e proveniente dalla Chiesa Madre di Lettere. Questa immagine mariana fu collocata in S. Filippo da Don Vincenzo Perna probabilmente agli inizi del secolo XIX. Successivamente, il 30 gennaio 1903, fu eretto il terzo altare dedicandolo all'Immacolata.