Aniello D'Antonio
Nel 1999 e 2014 ha restaurato la statua dell'Immacolata.
Nato a Torre del Greco il 14 dicembre 1953, ancora giovanissimo manifesta la sua propensione per l'arte che lo spinge a prediligere per i suoi studi, l'Istituto Statale d'Arte, di Torre del Greco, presso cui si diploma. Laureatosi in architettura presso l'Università Federico II di Napoli, intraprende la libera professione, senza mai distogliere il suo interesse, o meglio la sua passione, dal presepe. Agli inizi degli anni '90, matura una decisa conversione: il suo impegno professionale si coniuga felicemente ed in modo quasi esclusivo con la sua vocazione artistica privilegiando la scultura e la scenografia presepiale. Intanto il suo laboratorio si apre al restauro e alla statuaria sacra. Tutte attività che fanno del suo studio-laboratorio un vero cenacolo d'arte.
Molto singolare nell’affermazione delle sue poetiche pervase di diffusa spiritualità, Aniello D'Antonio miscela gli ardori di una fede militante ai lunghi e appassionati tirocini di restauratore, di architetto e di plasticatore.
Nel 1998 ha progettato il carro trionfale dell'Immacolata,e subito dopo agli inizi del 1999 restaurò la statua dell'Immacolata,che fu riconsegnata alla Chiesa l'11 luglio 1999,con una piccola processione che partiva dalla Chiesa di S.Maria delle Grazie fino ad arrivare alla Basilica di S.Croce.
Nel 2014 gli è stata affidata di nuovo la statua lignea dell’Immacolata,completando i lavori di restauro gia’ iniziati nel 1999.
Nel 2016 per la seconda volta ha progettato il carro trionfale dell'Immacolata.
Egli cesella nel sughero paesaggi dell’animo, popolati da figure caratterizzate da bellezza estetica illuminata da una luce interiore, derivata dalla certezza di essere partecipi di un evento veritiero, la nascita del dio fattosi uomo, che conforta nell’avversità dell’esistenza. I volti e i corpi dei suoi pastori non presentano rughe ne piaghe, spesso simboli di cattiveria o di abuso di menzogne per affermare il diritto ad esistere. Anche il dolore, la sofferenza, la malattia e il pericolo sono enunciati con toni pacati, che non sono sintomi di indulgenza solipsistica, ma applicazione ferma di sentiti principi estetico- religiosi. La dolcezza, la candida bellezza, l’ispirata beatitudine e la mansuetudine delle sculture generate dal rigore formale, dalla compattezza stilistica e dalla raffinata eleganza compositiva di Nello D’Antonio, sono il godimento dell’eredità di Giuseppe Sammartino.
I suoi lavori sono apprezzati e richiesti sia in Italia che all’estero. Sue opere si trovano al Quirinale, in Vaticano nella Sala Clementina e presso la Segreteria di Stato, in alcune importanti sedi Europee ed extra Europee.