2009
2009
8 dicembre 2009
"MARIA,MADRE DEI SACERDOTI E DELL'INTERO POPOLO DI DIO"
Progetto del Gruppo Artisti U.C.A.I
Realizzazione di Riccardo Lamberti
Il carro votivo dal titolo "Maria, Madre dei Sacerdoti e dell'Intero
Popolo di Dio", anche quest'anno porta la firma dell'Ucai di Torre del
Greco. Il bozzetto nato dalla matita dell'artista Nicola Consiglio, coinvolgerà nel
corso della realizzazione anche i pittori Vincenzo Ciliberto ed Agostino Lombardo,
gli scultori Vincenzo Cirillo e Donato Frulio coordinati da Giacomo Fiorentino.
"Il tema del carro di quest'anno - spiega il parroco di Santa Croce don Giosuè
Lombardo - nasce dalla lettera del Pontefice Benedetto XVI datata 9 giugno 2009,
giorno del Sacratissimo Cuore di Gesù, e giornata tradizionalmente dedicata alla
preghiera per la santificazione del clero. Nello stesso giorno il Papa ha pensato di
indire ufficialmente un "Anno Sacerdotale" in occasione del 150° anniversario del
"dies natalis" di Giovanni Maria Vianney, il santo patrono di tutti i parroci del
mondo. Tale anno, che vuole contribuire a promuovere l'impegno d'interiore rinnovamento
di tutti i sacerdoti per una loro più forte ed incisiva testimonianza evangelica
nel mondo di oggi, si concluderà nella stessa solennità del 2010. Giovanni
Maria Vianney - continua il parroco - fu contemporaneo del nostro Beato Vincenzo
Romano, due vite da santi che trovano il loro parallelismo nel tema del prossimo
carro dell'Immacolata. Davanti al carro è rappresentato uno scudo con un cuore
circondato di spine, "Il Sacerdozio è l'amore del cuore di Gesù", soleva dire il
santo curato d'Ars. Questa toccante espressione - spiega don Giosuè - ci permette
anzitutto di evocare con tenerezza e riconoscenza l'immenso dono che i sacerdoti
costituiscono non solo per la Chiesa, ma anche per la stessa umanità. Lo stesso
pensiero, la stessa teologia la troviamo anche nel Beato Vincenzo Romano, il quale
sosteneva che Gesù nel voler fare i sacerdoti, pensò di fare dei santi che facessero
altri santi, e la santità trova la sua fonte proprio nel cuore di Cristo. Al centro -
commenta il parroco - si erge in tutta la sua bellezza l'Immacolata circondata da
quattro angeli, a significare che la Madonna è la madre del sommo ed eterno sacerdote
Gesù Cristo. Su uno dei due lati della struttura centrale è raffigurata una delle
tante gesta di carità del Beato. L'artista riprodurrà una delle scene di vita di don
Vincenzo, nel modo specifico, rappresenterà l'episodio di quando dalla sua abitazione
di via Piscopia, il santo curato cala giù dal balcone le masserizie della sua
casa. Un gesto di carità rivolto alle persone povere, coloro che mancavano di nulla,
neanche di un materasso sul quale dormire. Abbiamo voluto rappresentare - spiega
il parroco di Santa Croce - un episodio che esprime la concretezza, la totalità,
la radicalità, della carità sociale del Beato. Dall'altra parte della struttura vi è un
immagine dell'Eucaristia adorata dal Beato Vincenzo Romano e da San Giovanni
Maria Vianney. L'unione di due parroci santi conquistati dell'Eucarestia, fonte,
forza ed energia di carità. Sul retro del carro, troviamo un grosso bassorilievo, sul
quale è rappresentata la famiglia, segno del popolo di Dio sotto la guida dello Spirito
Santo, a significare che il sacerdote non solo è inserito nel popolo di Dio, ma
ne è a servizio, aiutandone il cammino e la crescita nella santità. Tutto il carro,
infine, è avvolto da grandi gigli, intrecciati a spighe di grano e grappoli d'uva, per
richiamare la purezza di Maria, Madre della chiesa e dei sacerdoti, e del popolo di
Dio che si nutre del corpo e sangue del suo figlio Gesù". La realizzazione, come
sempre sarà affidata all'artista Riccardo Lamberti.
LA CELEBRAZIONE DEL 8 DICEMBRE
Un filo di speranza e uno sguardo rivolto al cielo. Inizia così la giornata dell'otto di dicembre per il devoto torrese legato al culto dell'Immacolata. Sono le ore 4 del mattino quando si aprono le porte
della Basilica di Santa Croce.Malgrado l'orario e il freddo umido che cala sulla città, la gente già si riversa per le strade per porre il primo saluto a Maria nella tradizionale celebrazione eucaristica del mattino. Tanti, tantissimi i torresi che sono tornati nella città natale per la celebrazione
dell'Immacolata. C'è chi è tornato dal nord Italia, il marittimo in licenza, c'è chi addirittura arriva da
New York. Chi sente scorrere nelle vene il puro sangue torrese, non può mancare nella giornata dedicata all'Immacolata. Si preferisce tornare a Torre del Greco l'otto di dicembre anziché per Natale. All'alba le condizioni meteorologiche sembrano non promettere niente di buono. Il parroco invita alla prudenza ed avvalla per una saggia decisione: la processione non si fa. Tutto rimandato a domenica 13, giorno di Santa Lucia. Anche se il sole stenta a farsi vedere, le previsioni meteo sono rassicuranti.
Sono, infatti, le ore 10.00 quando dal segnale dato da un antico campanello in argento, consegnato dal
parroco don Giosuè Lombardo nelle mani di Andrea D'Urzo, coordinatore della processione, il carro fra due ali di folla, e nel suono a festa delle campane della Basilica esce trionfale, a distanza di un anno. La città sembra fermarsi quando la statua si innalza maestosa su tutta la costruzione votiva, come ad abbracciare tutto il popolo convenuto. Descrivere quei momenti è impossibile… Nell'era delle tecnologia wap e dello streaming via web, tanti sono i cellulari rivolti verso l'alto collegati ad un parente, un marittimo o una persona anziana lontana dalla città. Basta sentire il solo suono delle campane a festa ed il cuore arde di gioia e di commozione. Avvolto da un fragoroso applauso il carro in pendio scende le scale della prepositura torrese. Torre del Greco può riabbracciare la sua patrona. Il voto fatto dai nostri avi che da 148 anni lega il popolo torrese all'Immacolata Concezione è stato rinnovato.La pesante struttura in legno di castagno, da sotto si presenta spartana con funi di canapa, carta pesta, carrucole e tanti chiodi e spilli. Sul carro nulla è incollato, proprio come vuole la tradizione marinara degli antichi calafati. Gli applausi dellafolla, l’odore della polvere da sparo dei botti, le note della banda iniziano a sfumarsi, lasciando spazio agli incitamenti dei compagni di fede, ai corpi ravvicinati che sostengono lo sforzo, al sudore. Lungo il percorso alcune donne offrono a questi uomini un po’ d’acqua od un cioccolatino per sostenerli: sono circa seicento i “portatori” censiti, aiutati da quelli spontanei ai quali non è negata la possibilità di dare una mano. La Madonna è di tutti, in tutti quelli che ogni anno aspettano con ansia il suo annuncio: passando attraverso i i vicoletti, sotto i ponti, dentro le piazzette l’Immacolata invita tutti a riflettere, raggiungendo soprattutto i più bisognosi ed i meno fortunati che non possono muoversi da casa e che per l’occasione vengono avvicinati al carro. I portatori sono le loro gambe; chi per devozione, chi per tradizione familiare, chi per fede: tutti conducono la Madonna lungo il suo cammino, nella speranza che essa stessa conduca loro nella direzione giusta. Il carro sfila trionfale per le strade della città, accolto da tanti fedeli che sbucano da ogni angolo e da ogni stradina. Dai balconi, di damasco vestiti, il passaggio della Vergine è accolto con lancidi petali e coriandoli colorati. Precedono il carro il parroco della Basilica, don Giosuè Lombardo, il viceparroco, don Aniello Gargiulo, e l'antica congregazione dell'Assunta. Seguono, invece, il corteo processionale il gonfalone dell'Amministrazione comunale ed il primo cittadino Ciro Borriello con alcuni membri della giunta, ed i carri in miniatura sempre più numerosi e belli. "Il cuore dell'uomo è fatto perfare festa - commenta con un filo di voce il parroco della Basilica di Santa Croce don Giosuè Lombardo - e allora è bello che la festa del popolo di Torre del Greco, si realizzi attorno a Maria, l'Immacolata. Certo che il messaggio è sempre quello di andare oltre tutto ciò che può essere effimero, appariscente ed esibizionista, ma di entrare in una situazione interiore più profonda sia sotto l'aspetto personale che comunitario. Un pensiero va ai tanti fedeli che per motivi di lavoro sono lontani da Torre, ai marittimi ed alle famiglie che sono dovute rientrare nelle loro residenze nel Nord Italia. Vi auguro -
conclude il parroco - una buona festa, un cammino con Maria, uniti sempre nelle vostre famiglie, uniti con fede alla mamma di Gesù, l'Immacolata". La processione è alla metà del suo percorso quando le nuvole minacciano pioggia. Il carro è in via Fontana quando qualche schizzo bagna i camici bianchi dei portatori. Inizia la corsa contro il tempo. L'intensità della pioggia aumenta sempre
di più in prossimità della zona mare. Bisogna fare presto e rientrare in Basilica. L'antico orologio del campanile segna le ore 14.20 quando il carro si ritrova in piazza Santa Croce. Esausto è il volto dei portatori del gruppo blu, che risalgono il carro sulla gradinata della prepositura torrese. È il momento più emozionante, il momento del saluto alla Madonna. Anche un piccolo raggio di sole saluta la Madonna, tutta innalzata sulla mastodontica struttura votiva. Imponente il carro, ma ancora di più la fede di quanti anche quest'anno hanno offerto le proprie spalle per far si che la Madonna visitasse
i bisogni e le necessità di una città che tra tante piaghe, molte delle quali attualmente sanguinanti, non ha perso la voglia di riscattarsi e il desiderio di affidarsi al Credo delle proprie origini. Così, ancora una volta, il sole della fede non ha esitato a vincere le nuvole del cielo e a rassicurare quanti in questa processione cercano, come nel miracolo di S. Gennaro, il rinnovo di un'alleanza che da secoli benedice la città e i suoi cittadini. Quanta folla speranzosa dietro quel carro. Quanta gente tra le lacrime e la gioia ha portato i propri dubbi e le proprie paure. Quanta gente si è ritrovata accomunata dall'unica
identità dell'essere torresi.